Ad oggi non esiste una terapia curativa. Le terapie proposte servono ad alleviare i sintomi.

Siccome non esistono ancora medicamenti o procedure in grado di curare il Long Covid, di seguito elenchiamo varie terapie, strategie e medicamenti che possono portare ad alleviare i sintomi nelle persone affette. Inoltre, inseriremo continuamente una selezione delle ricerche attuali testate a livello mondiale per il trattamento del Long Covid.

TERAPIE DI RIFERIMENTO PER ALLEVIARE I SINTOMI

Il riposo e la riduzione dello stress sono le cose più importanti. L’affaticamento e lo sforzo eccessivi dovrebbero essere sempre evitati. Se il corpo deve fare uno sforzo maggiore di quanto il corpo riesce a sopportare, ciò può portare a ricadute o addirittura a una cronicizzazione dei sintomi. Questo vale anche per coloro che prima dell’infezione erano in forma, attivi e sani, e per gli sforzi che oggettivamente sono valutati come leggeri.

Pacing

In assenza di terapie curative, il Pacing (in italiano, ritmo) è uno degli approcci più importanti per la gestione dei sintomi, perché le persone affette da Long Covid soffrono spesso della cosiddetta “intolleranza allo sforzo”. Ciò significa che i pazienti hanno riserve di energia notevolmente ridotte.

Il Pacing comporta che tutte le attività fisiche e mentali debbano essere adattate alle nuove riserve di energia ridotte per evitare l’esaurimento e quindi un ulteriore deterioramento dello stato di salute. È importante sapere che vari fattori possono influenzare le prestazioni del corpo.

Gli sforzi possono essere percepiti in maniera molto individuale. Così, “digerire” può diventare uno sforzo importante, proprio come stare in piedi sotto la doccia. Anche diverse fonti di rumore, movimenti veloci o la luce solare, possono comportare uno sforzo neurologico eccessivo. L’esaurimento non è sempre direttamente riconoscibile. Può essere utile tenere un diario delle proprie attività per riconoscere gli esempi.

Se il corpo non è curato direttamente quando è in esaurimento (riducendo gli stimoli e riposando), ciò può portare a un cosiddetto “crash”, un crollo del sistema fisico. In questo caso, il corpo impiegherà molto più tempo a riprendersi. L’esaurimento può verificarsi immediatamente o con un ritardo di uno o due giorni e può durare per settimane. È quindi importante evitare gli sforzi eccessivi con il Pacing. Se questo esaurimento si ripresenta ripetutamente, può portare a un deterioramento duraturo della condizione di salute generale, fino all’invalidità.

Le persone affette devono imparare quante riserve di energia hanno a disposizione al giorno e quanta energia possono utilizzare alla volta.

L’ergoterapia (vedi sotto) può aiutare.

Oltre all’ergoterapia, molti pazienti utilizzano i fitness-tracker o orologi di ultima generazione. Ciò consente di controllare meglio il polso e quindi lo sforzo del proprio corpo, rispettivamente di evitare l’esaurimento.

Per molte persone affette è difficile accettare questo nuovo stile di vita, siccome prima della malattia erano solitamente molto resistenti e performanti. Secondo le nostre conoscenze, la cura, così come evitare l’esaurimento, sono attualmente il metodo di trattamento più efficace. Lo scopo del PACING è quello di stabilizzare e migliorare gradualmente lo stato di salute. Questo è un processo che dura diverse settimane e mesi.

Maggiori informazioni: https://www.mecfs.de/was-ist-me-cfs/pacing/

Ergoterapia

Nell’ergoterapia, si esamina individualmente quanta energia si assorbe per  quali attività, anche apparentemente passive (ad es. guardare la TV, ascoltare, ecc). La stessa quantità di energia deve essere disponibile per più giorni. Qui è importante trovare un equilibrio stabile per prevenire la ricomparsa-scomparsa dei sintomi e, nel migliore dei casi, consentire una lenta ripresa.

“Il compito dell’ergoterapia è sostenere le persone affette da Long Covid nelle loro attività quotidiane. È importante che le persone affette possano continuare a svolgere in modo indipendente le attività per loro importanti e appaganti, nonostante i limiti. Per raggiungere questi obiettivi, le persone affette vengono sostenute nell’apprendimento di una gestione ottimale dell’energia e delle pause e ricevono suggerimenti per facilitare le attività quotidiane come la cura di sé e della casa, il lavoro e il tempo libero. In una prima fase, viene utilizzato un diario sull’energia per valutare quali attività richiedono più energia e perché. Questa conoscenza poi fluisce nella vita di tutti i giorni. Viene discussa una gestione ottimale delle pause e le persone affette imparano a suddividere correttamente le loro attività quotidiane in modo che il loro bilancio energetico personale duri fino a quando non vanno a letto. È importante considerare quali attività possono essere delegate ad altri in modo che per le persone affette la propria energia sia sufficiente per le attività significative e importanti e che vorrebbero svolgere loro stesse“.

Testo: Prisca Schassmann, esperta in ergoterapia, Centro di riabilitazione di Berna

Fisioterapia

L’obiettivo della fisioterapia per il Long Covid è fermare o almeno rallentare la perdita di massa muscolare e la perdita di resistenza. I muscoli vengono nuovamente rinforzati con cura, la condizione viene ripristinata mediante il Pacing e le funzioni e la mobilità migliorano. Ci sono consigli utili (in inglese), soprattutto da Long Covid Physio, un’organizzazione che sostiene una terapia adattata. Il sito web del network Altea contiene informazioni teoriche su come una persona che soffre di “intolleranza allo sforzo” può ritornare a fare sport. Nella pratica, molte delle persone affette rimangono allo stesso livello per mesi o addirittura anni. Secondo le nostre osservazioni attuali, quasi nessuno riesce a superare completamente l’intolleranza allo sforzo.

Attenzione: L’allenamento fisico, soprattutto con aumento delle prestazioni, come previsto dalla classica riabilitazione/fisioterapia, spesso non porta a un miglioramento, ma può innescare un drastico peggioramento dei sintomi, i cosiddetti Crash.

Riabilitazione (stazionaria e ambulatoriale)

Riabilitazione Post-Covid: questa riabilitazione è adatta ai pazienti dopo un decorso grave della fase acuta, con una degenza lunga in ospedale con o senza terapia intensiva. Le persone affette beneficiano spesso della riabilitazione classica, che ha l’obiettivo di recuperare la massa muscolare e la condizione, oltre di reimparare tutte le funzioni quotidiane.

Questi programmi di riabilitazione si sono affermati da molti anni. I pazienti possono, anzi devono, raggiungere i propri limiti fisici e sormontarli con un allenamento costante. Il fattore limitante in questo caso sono i danni agli organi, come i polmoni indeboliti dal virus o la perdita di massa muscolare. Con la riabilitazione, la maggior parte di questi pazienti riesce a migliorare le proprie prestazioni e quindi a ottenere una migliore qualità di vita.

Riabilitazione Long Covid: questa riabilitazione si differenzia sostanzialmente dalla riabilitazione classica, poiché l’attenzione è rivolta all’intolleranza allo sforzo. In questo caso è necessaria una terapia multimodale e molto delicata, in cui il PACING è centrale. L’obiettivo è quello di imparare a gestire la malattia non ancora guarita.

Di base, la terapia comprende fisioterapia ed ergoterapia personalizzate per il paziente, terapie farmacologiche e psicoterapia. Idealmente, vengono proposte anche terapie di rilassamento (bagni nella foresta, massaggi, Qigong, ecc.) nonché consigli nutrizionali (a causa dell’intolleranza all’istamina che spesso si verifica) e terapie mediche complementari come la terapia Kneipp, linimenti, integratori alimentari, ecc.. Una riabilitazione stazionaria è indicata quando il paziente non riesce a ottenere alcun miglioramento con le terapie ambulatoriali o addirittura peggiora. Questi pazienti usufruiscono quindi di una riabilitazione stazionaria Long Covid, si stabilizzano e sono in grado di fermare la spirale discendente. Anche se i pazienti non guariscono con la riabilitazione, idealmente hanno migliorato la loro qualità di vita e sono di nuovo maggiormente in grado di partecipare alla vita quotidiana.

Riabilitazione psicosomatica classica (in parte proposta come “Terapia Long Covid”): questi programmi vedono la causa di una malattia Long Covid nella psiche e trattano le persone colpite allo stesso modo dell’esaurimento nervoso. Si basano su una psicoterapia regolare e molto esercizio all’aria aperta, nonché attività creative. Secondo i feedback che abbiamo ricevuto, questi programmi non portano a miglioramenti e comportano anche un grande rischio di peggioramento.

Psicoterapia/Sostegno psicologico: i pazienti con sintomi psichici causati dalla malattia possono trarre beneficio dalla psicoterapia, da un trattamento farmacologico o dalla terapia comportamentale (Coping). La terapia è progettata per aiutare le persone affette ad affrontare meglio la loro situazione, la malattia e i sintomi, nonché i loro limiti, e per migliorare l’umore.

Massaggio medicale: un trattamento di massaggio comprende diversi processi terapeutici che si intrecciano. Muovendo le mani sulla pelle, i diversi strati e strutture di tessuto vengono mossi l’uno contro l’altro. A seconda dell’intensità, il massaggio regola il tono muscolare, rilassandolo o stimolandolo. Un massaggio può avere un effetto antinfiammatorio, antidolorifico, di miglioramento della circolazione sanguigna e contribuire alla guarigione delle ferite. Un massaggio aiuta a migliorare lo stato di salute generale e può ridurre il rilascio degli ormoni dello stress cortisolo e adrenalina. Regola anche il sistema parasimpatico, che può condurre a un rilassamento dei muscoli e a una riduzione della frequenza cardiaca a riposo.

Testo Massaggio: Marco Celiberti, Massaggiatore Medicale APF, Applied Health Care

Il fatto che un massaggio sia percepito come piacevole o spiacevole è soggettivo. Vale la regola generale: ascolta il tuo corpo e interrompi il trattamento se senti un effetto negativo.

TRATTAMENTO ORIENTATO AI SINTOMI

A marzo 2022, in Svizzera non ci sono medicamenti o procedure specifici approvati per il trattamento del Long Covid. Negli ambulatori vengono prescritti principalmente medicamenti affermati per alleviare i sintomi.

Di seguito vorremmo elencare quali medicamenti vengono spesso utilizzati e quali altre misure possono portare a un miglioramento della qualità di vita. Il Pacing dovrebbe sempre avere un ruolo importante.

Ogni approccio terapeutico va discusso con il medico di fiducia, che deve poi accompagnare il paziente nella terapia. Noi non forniamo espressamente alcuna raccomandazione. Ogni medicamento e rimedio deve sempre essere discusso con il medico curante o il farmacista e non preso in modo indipendente.

Per aiutare con la mancanza di energia, possono essere utili vari esercizi di consapevolezza (Mindfulness). Gli esercizi possono aiutare a regolare e calmare il sistema nervoso compresi il sistema simpatico e parasimpatico. Ecco alcuni buoni esercizi raccolti da Altea

Una quantità sufficiente di acqua, sale, calze a compressione graduata, Q10 e altri integratori alimentari possono avere un effetto positivo sulla circolazione e l’approvvigionamento di energia.

I medici spesso prescrivono antidepressivi. A seconda del preparato, possono essere utilizzati per calmare, sollevare l’umore, indurre il sonno o stimolare. Si deve sempre fare attenzione che l’antidepressivo sia esplicitamente prescritto per trattare i sintomi del Long Covid (per calmare il sistema nervoso) o la depressione reattiva e non utilizzato per la depressione come diagnosi principale. Ciò può essere importante in un secondo momento per le Assicurazioni sociali.

Medicamenti come Floxyfral (Fluvoxamina), Naltrexone a basso dosaggio e altri, che possono essere usati per migliorare i sintomi, sono descritti di seguito nel paragrafo Medicamenti e terapie.

Dopo l’infezione, molti pazienti non riescono né a leggere né a contare. Le abilità cognitive più semplici devono essere reimparate. Ciò può ovviamente presentarsi con intensità diverse. Alcuni pazienti hanno “solo” difficoltà a leggere per lunghi periodi di tempo.

Esistono varie App e giochi, alcuni dei quali gratuiti, che favoriscono la concentrazione e allenano la memoria. Come adesempio Neuronation (in tedesco). A volte viene proposto un allenamento neuropsicologico/ergoterapeutico delle prestazioni cerebrali da diversi medici.

Medicamenti

Per ottenere un miglioramento della capacità di concentrazione e contrastare la “nebbia mentale” non psicosomatica, può essere prescritto un preparato di Ginkgo. Se prescritto da un medico, è coperto dalla cassa malati. Bisogna fare attenzione che il medicamento non aumenti l’irrequietezza interiore. Se succede, la dose deve essere ridotta. È possibile che sia tollerabile solo un piccolo dosaggio e che abbia comunque un buon effetto.

Alcuni medici prescrivono anche il preparato Ritalin per aiutare la concentrazione. Anche in questo caso dovrebbero essere intensamente discussi con il medico curante gli effetti collaterali o un eventuale effetto sovrastimolante che compromette il Pacing.

Un articolo pubblicato sul Chest Journal il 5 maggio 2022 tratta della disregolazione neurovascolare causata dal Covid (disturbi della circolazione nel cervello e nell’intero organismo). L’articolo tratta dell’uso del principio attivo piridostigmina, nome del farmaco Mestinon, e potrebbe essere interessante: Neurovascular Dysregulation and Acute Exercise Intolerance in ME/CFS: A Randomized, Placebo-Controlled Trial of Pyridostigmine.

In generale, per tutte queste misure, è importante ascoltare il proprio corpo e prestare attenzione al Pacing. Anche con l’allenamento cerebrale o il miglioramento delle prestazioni cerebrali rese possibili dai medicamenti, un eventuale esaurimento di solito si nota con un ritardo. Pertanto, proprio come con l’attività fisica, è necessaria una grande prudenza. Un costante aumento dell’allenamento può essere gravemente compromesso dall’infiammazione vascolare cronica che continua a divampare. La sovrastimolazione può rafforzare i meccanismi infiammatori e, dopo un iniziale senso di miglioramento, portare a una spirale discendente.

Ci sono ulteriori informazioni su questo argomento qui.

Il Long Covid può portare con sé malattie che causano fiato corto, mancanza di respiro o attacchi di mancanza di respiro (ad esempio asma, disturbo del sistema nervoso autonomo, disturbi dello scambio gassoso). La mancanza di respiro può scatenare una sensazione di panico. Le tecniche di rilassamento possono aiutare a calmare il sistema che reagisce in modo eccessivo, piuttosto che aumentarlo attraverso la paura.

Esistono tecniche e posizioni che agevolano la respirazione che possono aiutare le persone affette durante una mancanza di respiro. La respirazione a labbra socchiuse e altre tecniche possono essere apprese bene in fisioterapia. Sono ben spiegate qui (in tedesco) o qui (in italiano). Una stimolazione e un supporto delicati della respirazione possono essere ottenuti mediante un massaggio regolare e mirato ai polmoni. In questo modo, mediante speciali movimenti circolatori, la respirazione viene riportata in equilibrio.

In caso di disturbi del sonno, è importante dare importanza a una buona igiene del sonno. Ecco un link con buoni consigli (in tedesco)

Esistono anche varie tecniche di rilassamento, meditazione e consapevolezza (Mindfulness), che possono migliorare il sonno.

Ci sono molte sostanze naturali che possono favorire il sonno. Il tè ai fiori d’arancio e alla lavanda possono avere un effetto soporifero, e ci sono anche compresse o gocce di valeriana che possono essere ottenute in farmacia senza prescrizione medica. Per migliorare il sonno, molte persone affette da Long Covid hanno anche avuto esperienze positive con le gocce di CBD. Queste sembrano avere anche un effetto antinfiammatorio. Ecco un rapporto dell’UFSP sul CBD (in tedesco o il francese)

Anche per i rimedi naturali, vale la regola: è la dose che fa il veleno. Anche qui si prega di chiedere consiglio a uno specialista.

Ecco un link con maggiori informazioni

Se niente di tutto ciò aiuta, il medico può prescrivere alcuni principi attivi/medicinali di supporto affermati. Spesso rientrano nel gruppo degli antidepressivi che inducono il sonno (Trittico=Trazodone), degli antipsicotici che inducono il sonno (Seroquel=quetiapina), della melatonina (ormone del sonno endogeno) o eventualmente delle benzodiazepine (Temesta, Dormicum, ecc.) in caso di ulteriori rilevanti disturbi d’ansia o di panico. In particolare le benzodiazepine e la quetiapina possono portare a una dipendenza in tempi brevi e dovrebbero quindi essere assunte solo in modo restrittivo e per un breve periodo.

Dolori muscolari, articolari e agli arti, così come mal di testa e dolori neuropatici sono fenomeni comuni in una malattia da Long Covid.

In caso di dolore persistente a lungo, ci sono i cosiddetti centri specialisti di Terapia del dolore a cui le persone affette si possono rivolgere se non riescono ad andare avanti con i rimedi convenzionali. Va anche notato che ogni terapia del dolore può avere individualmente un effetto positivo o addirittura negativo sul dolore. Ciò è facilmente osservabile nelle applicazioni di caldo e freddo. Per alcuni tipi di dolore aiuta molto il raffreddamento, per altri il calore.

“La terapia del dolore si riferisce a tutte le misure di trattamento che hanno lo scopo di alleviare il dolore acuto e cronico. La terapia dei dolori acuti fa parte del trattamento di base di ogni medico. I dolori cronici (…) possono essere trattati solo con l’aiuto di metodi adattati singolarmente.

A seconda dell’intensità e del tipo di dolore, vengono perseguiti diversi approcci di trattamento, che possono essere combinati in base alle esigenze del paziente:

  • Terapia del dolore farmacologica: per alleviare i disturbi possono essere utilizzati vari antidolorifici (i cosiddetti analgesici). Agiscono a livello centrale sul sistema nervoso nel cervello e nel midollo spinale o a livello locale nel punto del dolore.
  • Terapia del dolore – Fisioterapia: con la terapia del movimento, i muscoli e le articolazioni vengono rafforzati e i blocchi dolorosi nel corpo vengono alleviati. La fisioterapia comprende massaggi, ginnastica medica e terapia del caldo e del freddo.
  • Terapia psicologica del dolore: le paure e gli stati d’animo depressivi causati dai disturbi possono essere superati attraverso la terapia psicologica individuale o in discussioni di gruppo.
  • Terapia del dolore – Anestesia: le condizioni di dolore vengono risolte mediante un trattamento locale dei nervi, come l’anestesia, un blocco nervoso o una stimolazione dei nervi.
  • Neurochirurgia del dolore: dopo una fase di test, vengono impiantati sistemi di neuromodulazione in grado di inibire la trasmissione del dolore. In questo modo, i cordoni posteriori del midollo spinale possono essere stimolati e gli antidolorifici possono essere dispensati in caso di necessità tramite pompe per farmaci.
  • Educazione al dolore: questo approccio terapeutico mira ad aumentare l’autocontrollo del paziente. Speciali procedure di rilassamento ed esercizi di movimento possono ridurre la sensazione di dolore.
  • Servizio sociale: se il dolore è intensificato dalle tensioni sociali nell’ambiente personale o professionale delle persone affette, questo può essere affrontato nell’ambito del Servizio sociale.
  • Elettroterapia: speciali impulsi elettrici stimolano i nervi e alleviano il dolore. Inoltre, i muscoli vengono mobilitati e il gonfiore dei tessuti viene attenuato.
  • Uso di prodotti erboristici: in caso di dolore cronico, è possibile utilizzare anche rimedi erboristici e prodotti medicinali a base di canapa per alleviare i disturbi.”

Fonte (in tedesco, in francese)

Maggiori informazioni sulla comparsa e il trattamento del dolore cronico: Dolore cronico (in tedesco)

Siccome nel Long Covid si presume spesso che ci sia una componente asmatica, i medici a volte prescrivono medicamenti a tal proposito. I nostri pazienti riferiscono in modo diverso sull’effetto, alcuni provano sollievo, specialmente per la tosse irritabile, altri invece smettono di prendere i medicamenti, come gli spray al cortisolo, perché non c’è miglioramento. Il Montelukast, rimedio per l’asma con effetto sistemico, sembra ottenere alcuni successi.

La Sindrome da attivazione dei mastociti (MCAS) è una malattia multisistemica con sintomi infiammatori e allergici che è innescata dall’iperattività dei mastociti. Le persone affette solitamente non sono in grado di degradare bene l’istamina, che viene prodotta dal corpo e anche ingerita attraverso il cibo. Questo porta a un eccesso di istamina, che può causare sintomi spiacevoli (come indigestione, eruzioni cutanee, sintomi influenzali, disturbi del sonno, tachicardia e dolore, ecc.).

Per minimizzare i sintomi, è indicata una dieta a basso contenuto di istamina e, se necessario, un enzima che degrada l’istamina (Daosin) prima di un pasto.

Elenco degli alimenti contenenti istamina (in tedesco)

Inoltre, la dieta può essere accompagnata dagli antistaminici per ridurre ulteriormente i sintomi. Alcuni antistaminici sono reperibili in farmacia senza ricetta medica. Con una ricetta medica, la maggior parte degli antistaminici è coperta dalla cassa malti. Questi principi attivi bloccano gli effetti della sostanza istamina. Sono usati, tra l’altro, per la febbre da fieno e altre infiammazioni allergiche. Soprattutto gli antistaminici di 1a generazione (ad es. difenidramina, doxilamina, ecc.) possono favorire il sonno e dovrebbero quindi essere assunti la sera. Il medicamento Montelukast è attualmente in fase di analisi in uno studio sui suoi effetti per il Long Covid.

In caso di sospetto di POTS, possono aiutare le calze a compressione graduata, bere abbastanza acqua, i prodotti contenenti sale (ad es. Isostar o brodo Bio) o dormire su un letto inclinato in cui la testiera è più alta rispetto alla zona dei piedi. Inclinando l’intero corpo di 3,5 – 5,5 gradi, la gravità viene attivata e gli stimoli che promuovono la salute durante il sonno diventano nuovamente efficaci, garantendo una buona circolazione sanguigna nel cervello. Alcuni medici prescrivono i farmaci betabloccanti per rallentare la frequenza cardiaca o antipertensivi (come il Losartan) per migliorare la circolazione. In questo caso le persone affette con bassa pressione sanguigna dovrebbero prestare attenzione.

Nel complesso, la prognosi del disturbo dell’olfatto dopo il COVID-19 è positiva. Nella stragrande maggioranza dei pazienti, la perdita del gusto e dell’olfatto (Anosmia) si risolve entro i primi mesi. Nel frattempo, non pochi pazienti sperimentano una confusione olfattiva, sentendo odori che non ci sono, chiamata Parosmia. Sebbene i pazienti sentano i gusti e gli odori, gli odori e i sapori che percepiscono sono spesso sgradevoli e molto diversi da quelli reali. “Dal punto di vista medico, tuttavia, questo è un segnale positivo che indica la rigenerazione della mucosa olfattiva”. (Citazione: Ospedale universitario di Colonia, clinica e policlinica per la medicina dell’orecchio, del naso e della gola)

Con l’allenamento olfattivo si può tentare di accelerare la rigenerazione.

Il corpo si trova in una situazione di stress. Le persone affette da Long Covid possono avere problemi con la pelle o una perdita di capelli. Le persone affette da Long Covid possono avere irritazioni del cuoio capelluto legate all’infiammazione. Spesso anche le radici dei capelli sono infiammate e ciò può portare alla perdita di capelli. Eruzioni cutanee e infiammazioni del cuoio capelluto o delle radici dei capelli scompaiono nel tempo con misure antinfiammatorie come un buon Pacing, ecc.. Esistono vari shampoo per cuoio capelluto sensibile che contengono ingredienti delicati.

Contro le vertigini, può aiutare una fisioterapia speciale per le vertigini. Il cervello può essere allenato con determinate tecniche per imparare a controllare meglio le vertigini. Queste tecniche funzionano meno per le vertigini indotte dallo sforzo.

Elenco svizzero dei fisioterapisti che hanno questa formazione speciale.

Altri consigli utili per curare le vertigini.

I medici curanti prescrivono in via sperimentale complessi vitaminici B per alleviare un po’ i sintomi.

Le infiammazioni a livello cerebrale, come si presume si verifichino nel Long Covid, possono portare a sintomi depressivi. Allo stesso modo, qualsiasi malattia grave e/o di lunga durata può provocare uno stato d’animo depressivo nel tempo.

Gli esercizi di consapevolezza (Mindfulness) possono aiutare a calmare e regolare il sistema nervoso, migliorando così la stabilità psicologica. Ecco alcuni buoni esercizi raccolti da Altea.

Quando indicato, possono essere utilizzati antidepressivi. I preparati possono avere un effetto calmante, che migliora l’umore, induce il sonno o stimolare. (Si deve sempre fare attenzione che l’antidepressivo sia esplicitamente prescritto per trattare i sintomi del Long Covid o la depressione reattiva e non utilizzando la depressione come diagnosi principale. Ciò può essere importante in un secondo momento per le Assicurazioni sociali).

MEDICAMENTI E TERAPIE – APPROCCI DELLA MEDICINA CONVENZIONALE

A livello internazionale sono in corso vari studi sulle terapie farmacologiche per il Long Covid. Alcuni medicamenti sono approvati in Svizzera, ma non per il Long Covid. Pertanto non vengono raccomandati ufficialmente, ma possono essere prescritti dal medico curante ai sensi dell’articolo 71 dell’Ordinanza svizzera sull’assicurazione malattie.

Attenzione, questi sono tutti medicamenti che vengono testati in questa nuova indicazione negli studi in corso. Non esiste un trattamento approvato per il Long Covid.

Caratteristiche: ipolipemizzante, inibitori della HMG-CoA reduttasi/anticoagulante, inibitore diretto del fattore Xa

Secondo lo studio di HEAL-COVID, circa il 29% di tutti i pazienti ricoverati viene nuovamente ricoverato entro sei mesi e molti addirittura sviluppano nuove malattie (respiratorie) riconducibili all’infezione. Nel Regno Unito è stata quindi lanciata l’iniziativa HEAL-COVID per studiare quali trattamenti possono prevenire, o almeno alleviare, i sintomi a lungo termine dei pazienti. Lo studio esamina in particolare l’effetto dell’Apixaban (anticoagulante) e dell’Atorvastatina, che riduce soprattutto i livelli elevati di colesterolo e trigliceridi, ma ha anche un effetto antinfiammatorio. Apixaban viene somministrato per 14 giorni, mentre Atorvastatina per 12 mesi. Lo studio si trova già nella fase 3, ma non dovrebbe essere completato prima del 2024.

Lo studio HElping Alleviate the Longer-term Consequences (HEAL-COVID) sostiene l’ipotesi che la trombosi, che si verifica nel decorso della fase acuta di un’infezione da Covid-19, persista. Le Statine influenzano la presunta disfunzione endoteliale (= disturbo in uno strato nelle pareti dei vasi) e hanno un effetto antinfiammatorio. Ciò significa che il farmaco può stabilizzare le pareti interne dei vasi sanguigni grandi e piccoli, il che potrebbe causare un minor numero di coaguli di sangue. Ciò comporterebbe una riduzione dell’infiammazione dei vasi sanguigni.

HEAL COVID

Il Q10 è vitale nel corpo umano per la formazione di energia sotto forma di ATP (adenosina trifosfato). L’ATP è immagazzinato nei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule del nostro corpo. Questa fornitura di energia sembra essere compromessa nei pazienti Long Covid, presumibilmente a causa di mitocondri danneggiati.

Un nuovo studio dell’ospedale universitario di Aarhus in Danimarca studia se la carenza di Q10 possa spiegare le conseguenze a lungo termine di un’infezione da SARS-CoV-2.

Un dosaggio troppo elevato di Q10 può portare a insonnia, diarrea, nausea, perdita di appetito e malessere.

Coenzima Q10 come opzione terapeutica

Per gli integratori alimentari e le vitamine si consiglia di chiedere consiglio a un medico, come per i medicamenti che richiedono una ricetta medica.

Caratteristiche: Antidepressivo, inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina

In un recente articolo, viene sollecitato lo studio della Fluvoxamina nei pazienti Long Covid. Questo perché i primi dati mostrano un effetto positivo con questo trattamento. La Fluvoxamina agisce come agonista del recettore sigma-1 (S1R), che riduce la propagazione di SARS-CoV-2 e la conseguente reazione infiammatoria. Inoltre, si ipotizza che il Long Covid sia dovuto a un’infiammazione associata a Covid-19 e alla riattivazione del virus di Epstein-Barr. Dato il legame tra EBV, XBP1 e S1R, si sollecita quindi un’analisi nell’ambito di uno studio clinico.

Alcuni effetti collaterali degli antidepressivi a basso dosaggio (off-label) impiegati in caso di Fatigue, disturbi del sonno e sintomi cognitivi, possono anche essere alleviati e migliorati.

Fluvoxamina e Long Covid

Secondo uno studio dell’Ospedale universitario di Ginevra, nel 36% dei casi analizzati, dopo una vaccinazione i sintomi si sono alleviati o sono addirittura scomparsi del tutto, nel 29% sono rimasti invariati e nel 3,3% si è verificato un peggioramento dei sintomi. Per il 30% era difficile rispondere alla domanda su un cambiamento dei sintomi.

Nel 36%, la vaccinazione ha ridotto la comparsa di tutti i principali sintomi, come affaticamento, difficoltà di concentrazione o perdita di memoria, perdita o alterazione dell’olfatto, perdita o alterazione del gusto, mancanza di respiro e mal di testa. I ricercatori spiegano un miglioramento dei sintomi con il fatto che la vaccinazione può correggere le risposte immunitarie o infiammatorie disregolate o ridurre o eliminare i virus o i residui virali. Se questi risultati saranno confermati da ulteriori studi, ciò significherebbe che la vaccinazione non solo previene l’infezione, ma in alcuni casi può anche potenzialmente migliorare le conseguenze post-acute della SARS-CoV-2.

Ulteriori informazioni

Caratteristiche: Antiparassitario

L’utilizzo dell’Ivermectina per il Long Covid rimane controverso. Nonostante Swissmedic metta in guardia contro il suo utilizzo per l’uomo e ampi studi clinici randomizzati dimostrino che l’antiparassitario non sembri essere efficace per il Covid acuto, ci sono osservazioni e rapporti secondo cui il medicamento avrebbe un effetto sul Long Covid. Ci sono rapporti aneddotici e due studi Preprint di persone affette e medici che, con sintomi che non si placavano, hanno seguito un trattamento con Ivermectina (IVM) e questa somministrazione ha portato a un miglioramento.

Ivermectina nei pazienti Long Covid: uno studio retrospettivo

COVID subacuto e cronico: “TEST TERAPEUTICO”

L’Ivermectina è un antiparassitario usato per trattare le infezioni da vermi e la scabbia. L’Ivermectina inibisce la produzione indotta da lipopolisaccaridi di citochine infiammatorie. Le citochine sono sostanze endogene il cui compito è segnalare al sistema immunitario di combattere un’infezione. Non è ancora chiaro se interviene anche in altri processi.

L’Ivermectina è approvata come compressa per esempio in Germania. In Svizzera sono consentite solo le creme. In Svizzera l’Ivermectina è prodotta anche in pastiglie e si può ottenere in determinate farmacie su ricetta magistrale.

Un effetto antivirale dell’Ivermectina in relazione al Long Covid è stato nel frattempo smentito. L’Ivermectina fallisce in sperimentazione clinica

Caratteristiche: Antistaminico

La Levocetirizina, un antistaminico di terza generazione, e il Montelukast, dovrebbero avere un effetto antinfiammatorio sinergico. I dati clinici e il relativo follow-up semestrale indicano che la terapia di combinazione potrebbe impedire la progressione della SARS-CoV-2 da lieve a moderata a grave e prevenire alcuni processi nel decorso del Long Covid. La Cetirizina, disponibile in farmacia senza ricetta, può alleviare alcuni sintomi.

Levocetirizina e Montelukast

Caratteristiche: Antagonista del recettore dell’angiotensina II

È già noto che le persone che hanno determinate predisposizioni genetiche o malattie cliniche di base possono sviluppare un’infezione più grave o più lieve. Il seguente studio sottolinea che un’ipertensione può favorire un decorso grave della fase acuta.

Un gruppo di ricerca italiano presume ora, sulla base delle proprie osservazioni, che esista anche una relazione diretta tra gli autoanticorpi AT1R e l’aumento della pressione sanguigna nelle persone affette da Long Covid. Secondo questo studio, questi autoanticorpi specifici sembrano formarsi più frequentemente durante l’infezione acuta. Siccome è possibile che nelle persone con Long Covid la produzione di questi autoanticorpi continui, i ricercatori presumono che ciò possa essere attribuito a un aumento della pressione arteriosa. Altre complicazioni possono insorgere a causa dell’ipertensione.

È importante che le persone affette controllino regolarmente la pressione sanguigna. Se aumenta, deve essere discusso l’uso di sartani (nello studio è raccomandato Losartan). Questi medicamenti hanno un effetto diretto su questi autoanticorpi e potrebbero quindi anche prevenire complicazioni.

Autoanticorpi anti-AT1R

Caratteristiche: Antagonista degli oppiacei

Alcuni medici stanno prescrivono in via sperimentale Naltrexone a basso dosaggio (LDN). Questo è un antagonista degli oppiacei che, aumentando la produzione di endorfine, può avere un effetto benefico sul dolore, sull’affaticamento e sul sistema immunitario.

Fonte

Caratteristiche: antiasmatico, antagonista del recettore dei leucotrieni

Dopo il successo di alcuni primi tentativi di guarigione individuali in studi clinici, Montelukast è attualmente in fase di sperimentazione come medicamento per il trattamento del Long Covid. Il medicamento è approvato in Svizzera e Germania per il trattamento dell’asma e delle allergie stagionali. Gli studi clinici hanno ipotizzato che alcuni sintomi del Long Covid siano causati da una continua risposta eccessiva del sistema immunitario. Lo studio per l’approvazione di Montelukast come medicamento per il Long Covid non è ancora concluso.

Lo studio E-SPERANZA COVID ipotizza che il Long Covid sia un effetto residuo della risposta immunitaria nella fase acuta dell’infezione. Negli USA, un altro gruppo di ricerca è riuscito a consolidare questa ipotesi con uno studio. Questo medicamento ha anche mostrato in alcuni casi un effetto positivo sulla Sindrome da attivazione dei mastociti (MCAS). In alcune persone affette, il Montelukast è stato in grado di alleviare o prevenire i sintomi dell’allergia.

La vitamina C è coinvolta in innumerevoli processi metabolici nel corpo. A causa del suo effetto, questa vitamina svolge un ruolo importante nei sistemi biologici come scavenger di radicali (effetto protettivo per le cellule) e protegge dai danni ossidativi (danni alle cellule o alla funzione cellulare). La Quercetina è un pigmento naturale che si dice abbia proprietà antivirali. Uno studio indica ora possibili effetti positivi nel trattamento di una malattia correlata a SARS-CoV-2. La vitamina C e la Quercetina hanno un effetto di abbassamento dei livelli di istamina.

Per gli integratori alimentari e le vitamine si consiglia di chiedere consiglio a un medico, come per i medicamenti.

Quercetina e Vitamina C

RAPPORTI PUBBLICATI SENZA STUDI O CON STUDI NON ANCORA CONCLUSI

Caratteristiche: Aptamero per neutralizzare i GPCR-AAB

Il medicamento sperimentale BC007 di Berlin Cures è in fase di sviluppo. Il principio attivo è stato originariamente sviluppato per il trattamento delle malattie cardiache, che sono innescate da una reazione autoimmune (reazione del sistema immunitario contro il proprio corpo), per cui la fase 2 dello studio è stata completata.

Per caso, all’Ospedale universitario di Erlangen, sotto la direzione del Dr. Hoberger, è stato scoperto che i pazienti Long Covid avevano gli stessi autoanticorpi dei pazienti in cura con una malattia cardiaca. È stato riscontrato che la microcircolazione negli occhi dei pazienti Long Covid è disturbata, così come la deformabilità delle cellule del sangue (come accade anche nei pazienti acuti) sembra essere alterata.

In un primo tentativo, dopo la somministrazione del farmaco è stato riscontrato un forte miglioramento dei sintomi del Long Covid in 5 pazienti. È previsto uno studio in doppio cieco internazionale su larga scala.

Ulteriori informazioni

In uno studio randomizzato controllato con placebo su pazienti con disturbi cognitivi, i ricercatori della Clinica psichiatrica universitaria di Basilea stanno studiando se il medicamento Fampridina, già approvato per il trattamento della sclerosi multipla, può alleviare i sintomi cognitivi. La Fampridina è un principio attivo approvato in Svizzera che viene utilizzato come medicamento nella SM per migliorare la capacità di deambulazione. Il miglioramento della conduzione nervosa e della trasmissione del segnale nelle sinapsi viene discusso come meccanismo d’azione.

Fonte: Università di Basilea

Un’ipotesi sostiene che nei pazienti Long Covid l’apporto di ossigeno in alcune zone del corpo sia disturbato.

La terapia HBO è un metodo di trattamento medico in cui al paziente viene somministrato ossigeno puro al 100% in una camera iperbarica, per rifornire di ossigeno le cellule con carenza di ossigeno.

La procedura HBO non è nuova e viene utilizzata, ad esempio, per trattare gli edemi e promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni. Viene anche incentivata la guarigione delle ferite. Sappiamo che a Kiel è in corso uno studio sugli effetti sui pazienti Long Covid. I risultati dello studio sull’efficacia della procedura non sono ancora disponibili.

Ulteriori informazioni

Caratteristiche: antivirale

Paxlovid è un noto medicamento antivirale costituito dai principi attivi Ritonavir (farmaco per l’HIV) e Nirmatrelvir, un nuovo principio attivo. L’approvazione e la disponibilità in Europa sono attualmente molto variate.

Una pubblicazione di casi (Preprint) dell’Università di Stanford attira l’attenzione. Una donna di 47 anni, vaccinata due volte, ha sviluppato il Long Covid dopo un’infezione postvaccinale e dopodichè non era più in grado di lavorare. Circa sei mesi dopo, è stata nuovamente infettata e questa volta, in quanto diventata “gruppo a rischio”, ha ricevuto il farmaco Nirmatrelvir/Ritonavir, nome commerciale: Paxlovid. Nel giro di pochi giorni le condizioni della paziente sono migliorate rapidamente e ha dichiarato di non avere più sintomi da Long Covid.

Siccome una delle ipotesi sul Long COVID presume la persistenza virale di SARS-CoV-2, gli autori del caso clinico raccomandano uno studio clinico per il trattamento, ma che al momento non è ancora in corso di realizzazione. Non è stato ancora chiarito se il miglioramento sia stato dovuto al farmaco, alla reinfezione stessa e alla relativa risposta del sistema immunitario, o ad altri fattori.

Caso clinico Paxlovid

Il blocco del ganglio stellato è un’anestesia mirata dei nervi nella colonna cervicale. La procedura è utilizzata principalmente per la terapia del dolore e dell’emicrania o anche per il trattamento del fuoco di Sant’Antonio o dei dolori neuropatici.

Ci sono due casi clinici pubblicati provenienti dagli Stati Uniti che indicano un effetto positivo di un tale blocco sul Long Covid. La supposizione è che il miglioramento causato dalla breve interruzione dell’attività simpatica potrebbe derivare da una ricalibrazione e/o miglioramento nell’interazione tra il sistema immunitario e quello nervoso.

Siccome si parla di solo due casi clinici, i dati sono molto scarsi. Sarebbe auspicabile uno studio a tal riguardo. La terapia è generalmente offerta in Svizzera. I tentativi a tal proposito in relazione a Long Covid sono attualmente in corso.

Ulteriori informazioni

Caratteristiche: anticorpo monoclonale che neutralizza la proteina retrovirale W-ENV

L’azienda GeNeuro sta pianificando una studio di fase 2 all’Ospedale universitario di Ginevra per il suo medicamento sperimentale Temelimab, sviluppato per i sintomi neuropsichiatrici del Long Covid. La proteina W-ENV, che potrebbe essere neutralizzata dal Temelimab, è stata rilevata in campioni di sangue di pazienti Long Covid con infiammazione sistemica cronica e/o disturbi psicotici.

La proteina W-ENV, prodotta all’inizio di una malattia Long Covid, danneggia le cellule del sistema nervoso. L’azienda ritiene che questa proteina persista nel corpo e porti a processi immuno-infiammatori che hanno un ruolo nelle sindromi neuropsichiatriche a lungo termine.

Nello studio di fase 2, dove verranno testate l’efficacia e la sicurezza del medicamento, i pazienti a cui è stata rilevata la proteina W-ENV riceveranno l’anticorpo monoclonale neutralizzante.

Questo studio clinico è cofinanziato dall’Ufficio federale della sanità pubblica.

GeNeuro

Medicamenti, terapie e integratori alimentari, senza studi

I seguenti medicamenti e integratori alimentari ci sono stati segnalati da pazienti che hanno riportato effetti positivi. Tuttavia, non siamo stati in grado di trovare studi e/o pubblicazioni (anche in corso) che dimostrino l’efficacia o la sicurezza dei prodotti in relazione al Long Covid.

Al momento non c’è alcuna prova che dimostri che gli integratori alimentari abbiano un effetto sul Long Covid. Tuttavia, aneddoti di pazienti hanno riportato sollievo dai sintomi, in particolare quando le carenze nel sangue sono state identificate in anticipo.

Integratori alimentari comunemente menzionati in relazione al Long Covid:

Vitamina E, B12, B3, D, C

Altri: Zinco, Selenio, Omega 3 (preferibilmente vegano), Quercetina, Coenzima Q10, gocce di Kaloba, Padmed Circosan, Glutatione, Curcuma, L-Carnitina, Melatonina, L-Triptofano, Magnesio, NAC (N-Acetil-L-Cisteina) , lattobacilli per la flora batterica intestinale

L’assunzione di integratori alimentari dovrebbe essere discussa con il proprio medico di famiglia. Il sovradosaggio o le interazioni tra integratori o alimenti possono rendere dannosi gli integratori alimentari.

Un’analisi di 14 pubblicazioni sul tema della vitamina D in relazione al SARS-CoV-2 ha rilevato che i pazienti con carenza di vitamina D sembrano avere un rischio maggiore di contrarre il COVID-19. Ciò significa che un livello adeguato di vitamina D, secondo quest’analisi, potrebbe proteggere.

Tuttavia, l’assunzione di vitamina D in dosi eccessive per un lungo periodo di tempo può essere dannosa.

Va sottolineato che lo studio fa riferimento alla malattia acuta e non al Long Covid. In che modo agisce in caso di Long Covid, non è chiaro.

Fonte: Impatto dei livelli di vitamina D sull’infezione da COVID-19

L’H.E.L.P. – aferesi è una sorta di “lavaggio del sangue”. La procedura non è nuova e viene utilizzata per il trattamento di livelli elevati di colesterolo che non possono essere trattati con medicamenti. La Dott.ssa Renate Linkesch presume un effetto su eventuali microcoaguli presenti.

Secondo la Dott.ssa Renate Linkesch: “I 4 meccanismi d’azione dell’H.E.L.P. – aferesi sulla sindrome Post-Covid, risp. Long Covid, sono:

  • Miglioramento delle proprietà reologiche (proprietà del flusso sanguigno), in particolare nella microcircolazione (flusso sanguigno attraverso i vasi più piccoli) riducendo la viscosità del sangue (viscosità/proprietà di flusso del sangue) e riducendo la coagulabilità (coagulazione del sangue) del sangue
  • Estrazione delle proteine ​​spike del virus SARS-Covid19 mediante il legame con l’eparina nella circolazione extracorporea (ovvero: nel dispositivo di aferesi, all’esterno del corpo). Vedere l’articolo https://www.jbc.org/article/S0021-9258(21)01317-X/fulltext e studio.
  • Trattamento dell’endotelite (infiammazione del rivestimento dei vasi) riducendo l’infiammazione (estrazione di eso- ed endotossine; ad es. IL6, IL8, TNFalfa)
  • Estrazione dei cosiddetti micro-coaguli (coaguli di sangue minuscoli), riduzione dell’iperattività dei trombociti (piastrine del sangue, coinvolte nella coagulazione del sangue) e riducendo così la formazione di trombi (coaguli di sangue)”

Fonte: Dott.ssa Renate Linkesch, specialista FMH per medicina interna/nefrologia, diabetologa, ipertensiologa, responsabile BBraun Zurigo Oerlikon

L’ipotesi per il trattamento con H.E.L.P.-aferesi nel caso di Long Covid è che questa procedura possa essere utilizzata per rimuovere i microtrombi che si sono formati a causa della malattia e che ostacolano la circolazione. Esistono varie prove della presenza di microtrombi nelle persone affette da Long Covid.

Già a pochi mesi dallo scoppio della pandemia a Wuhan, i primi studi sulla patologia hanno dimostrato che il COVID provoca infiammazione e attivazione della coagulazione dell’endotelio (rivestimento dei vasi). (https://www.nature.com/articles/s41586-020-2012-7)

L’H.E.L.P. – aferesi è quindi una procedura di terapia extracorporea adatta a ridurre in modo controllato questa infiammazione e l’attivazione della coagulazione dell’endotelio. In passato, la procedura si è dimostrata sicura e con relativamente pochi effetti collaterali. (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19234501/)

Finora non ci sono prove che l’H.E.L.P. – aferesi possa intervenire in modo durevole nel processo Long Covid e interrompere i peggioramenti. Non ci sono ancora casi clinici indipendenti, oltre a quelli dei fornitori di questa procedura. Tuttavia, il meccanismo d’azione dell’aferesi lo indica. Ci sono studi attualmente in corso, ma non ancora pubblicati.

I feedback aneddotici dei pazienti sono variati: alcuni riportano miglioramenti, mentre altri non segnalano alcun miglioramento. In qualità di Associazione di pazienti, ci piacerebbe vedere una procedura di test in Svizzera che possa chiarire in anticipo dove risiede il problema principale del paziente e se potrebbe o meno rispondere alla terapia; prima che venga eseguita questa costosa terapia. Tale procedura di test, che può misurare la quantità di coaguli di sangue (link alla diagnostica che illustra i microtrombi nel sangue) e danni endoteliali, è già disponibile a Muellheim an der Ruhr, ma purtroppo non ancora in Svizzera. https://beatejaeger.com/

Ecco un link al fornitore di H.E.L.P. – aferesi in Svizzera: https://www.bbraun.ch/de/betroffene-und-patienten/dialyse/bmc/apherese.html

La Terapia ipossico-iperossico intermittente (IHHT) proviene originariamente dai viaggi nello spazio. In questa terapia, l’aria con basso contenuto di ossigeno (ipossico) e con alto contenuto di ossigeno (iperossico) vengono inalate alternativamente tramite una maschera respiratoria. Allena il metabolismo energetico cellulare. La IHHT migliora il lavoro dei mitocondri, le piccole centrali energetiche delle nostre cellule. Da un lato, con la IHHT, i mitocondri danneggiati vengono distrutti, dall’altro viene stimolata la rigenerazione endogena di mitocondri sani. Inizialmente, a causa dell’espulsione dei mitocondri deboli, può verificarsi un peggioramento.

Questa forma di terapia è offerta in Svizzera. Tuttavia, il trattamento non è coperto dalla cassa malti (nemmeno da un’assicurazione complementare).

Secondo quanto riferito dalle persone affette, questa terapia sembra avere un effetto positivo sul bilancio energetico, almeno temporaneamente.

Ci sono prove che il Long Covid sia una malattia autoimmune. Vedi anche BC007 su questo tema. L’immunoassorbimento è un metodo di aferesi terapeutica, cioè serve a rimuovere singoli componenti del sangue. In una circolazione extracorporea, vengono rimossi dal sangue del paziente in modo mirato determinati fattori solubili del sistema immunitario (immunoglobuline, componenti del complemento, immunocomplessi), mediante l’ausilio di un assorbitore. Questo non deve essere confuso conl’aferesi H.E.L.P. che, per dirlo in modo semplice, utilizza altri filtri.

L’immunoassorbimento è utilizzato nelle malattie autoimmuni e nel rigetto di trapianto mediato da anticorpi. L’H.E.L.P.-aferesi viene utilizzata per abbassare i livelli elevati di colesterolo.

Autoimmunità nella ME/CFS e LongCovid

APPROCCI DI MEDICINA NATURALE

Nei paragrafi seguenti vengono descritti gli approcci della medicina naturale. In queste procedure, si cerca di stimolare la capacità del corpo di guarire, per lo più senza ausili tecnologici. La maggior parte di queste terapie non è scientificamente riconosciuta, in quanto non esistono studi clinici che dimostrino l’efficacia e la sicurezza degli approcci. In Svizzera, tuttavia, alcune terapie di medicina complementare vengono rimborsate dalle casse malati. Tutte queste misure hanno lo scopo di sostenere il sollievo dai sintomi e promuovere l’autoguarigione del corpo, poiché attualmente non esistono medicamenti curativi.

Disclaimer. Si prega di discutere sempre tutti i suggerimenti qui elencati con il medico o il terapista responsabile e di farsi accompagnare nel processo.

La meditazione è un insieme di diverse tecniche di concentrazione e rilassamento con un impatto positivo sulla salute mentale e fisica. Esistono oltre 50 diverse tecniche di meditazione, che si differenziano per l’origine religiosa, la corrente, le scuole e gli insegnanti. Ad esempio, esiste la meditazione passiva come la meditazione del silenzio o della calma, la meditazione consapevole (Mindfulness) o la meditazione della concentrazione; oppure esistono le tecniche di meditazione attiva come il buddismo zen, il tantra o lo yoga. Lo scopo della meditazione è ridurre la tensione nervosa e quindi rallentare il battito cardiaco, migliorare la respirazione e ridurre la tensione muscolare.

L’allenamento della consapevolezza può essere un ottimo strumento per affrontare al meglio le sfide della vita quotidiana con il Long Covid. La consapevolezza (Mindfulness) consiste nell’insegnare alla nostra attenzione a vivere il momento presente senza valutazioni, ma con curiosità e apertura senza pregiudizi. Questo non solo aiuta a percepire consapevolmente cosa sta andando bene, ma anche ad accettare i momenti difficili della nostra vita con più calma e resilienza. Nella meditazione vale solo il qui e ora: il momento presente. Il passato e futuro non contano. Con un po’ di pratica, il legame imparziale con il momento presente può essere rafforzato e la gestione dello stress fisico e mentale può essere migliorata.

Di seguito un link con esercizi e suggerimenti sulla consapevolezza e la meditazione: Meditazione Altea

“La terapia MTC si basa sul principio che i sintomi derivano da uno squilibrio nel corpo tra yin e yang. Ad esempio, Yin sta per rilassamento e Yang per tensione – se uno domina aull’altro, ciò può portare a dolore, affaticamento, ecc.

Dopo una valutazione che esamina una conversazione e una diagnosi di lingua e polso, vengono trattati con agopuntura, digitopressione o Tuina (tipo di massaggio), determinati meridiani (rete di canali energetici). Metodi supplementari sono la terapia nutrizionale e erboristica.

L’obiettivo del trattamento è ripristinare l’equilibrio e quindi alleviare o eliminare i disturbi.“

Scritto da: Christine Bürgi, Pratica di MTC, Neuengasse 20, 3011 Berna

Qui puoi trovare maggiori informazioni e terapisti: Associazione MTC

Lo Shiatsu attiva il parasimpatico, la parte calmante del sistema nervoso. Ciò abbassa la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, porta a una respirazione più profonda e più libera e riduce la tensione muscolare: Associazione Shiatsu

Maggiori informazioni: Shiatsu Altea

Siccome nel Long Covid si ipotizzano disturbi della circolazione, le terapie Kneipp possono essere utili per attivare la circolazione sanguigna e rafforzare il sistema immunitario. Per un effetto ottimale, dopo l’acqua fredda, asciugare solo strofinando con le mani.

Effetto: tonifica e rafforza le vene, favorisce il sonno, drena, favorisce la circolazione sanguigna, abbassa la pressione sanguigna, rafforza gli organi pelvici e il rinofaringe. Utile per:

  • Disturbi circolatori/piedi freddi
  • Disturbi legati all’addormentarsi
  • Mal di testa, emicrania
  • Ipertensione arteriosa

La coppettazione è un metodo di guarigione che veniva già utilizzato in tempi antichi ed è stato riscoperto in alcuni circoli negli ultimi anni. L’idea è che può sciogliere il tessuto e alleviare la tensione nei muscoli, nella fascia tra la pelle e il muscolo. Ha lo scopo di alleviare il dolore, regolare il sistema immunitario e stimolare il flusso sanguigno e linfatico. Anche la coppettazione sulle zone riflesse della pelle, dei tessuti e dei nervi, dovrebbe influenzare positivamente gli organi.

I seguenti medicamenti e integratori alimentari ci sono stati segnalati da pazienti che hanno riportato effetti positivi. Tuttavia, non siamo stati in grado di trovare studi e/o pubblicazioni (anche in corso) che dimostrino l’efficacia o la sicurezza dei prodotti in relazione al Long Covid.

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